L’etica deve essere accessibile a tutti e diventare conveniente.
E’ una delle frasi che Vincenzo Linarello, presidente del Consorzio cooperative Goel, ha proposto a una tavola rotonda promossa dalla Caritas Ambrosiana in occasione della Giornata Diocesana della Caritas. Il perché di questa affermazione lo si è capito in modo chiaro dal racconto dell’esperienza di Goel, esperienza nata nel 2003 nella Calabria ionica, in una delle zone di maggior presenza della ‘Ndrangheta.
Le cooperative sociali di Goel aggregano aziende che si oppongono alla malavita e costruiscono uno sviluppo sostenibile del territorio. Ma è la storia del consorzio che può spiegare al meglio che cosa significhi che l’etica deve essere accessibile e conveniente.
L’etica è spesso considerato un lusso che chi deve produrre e lavorare non può concedersi, visto che è costretto a pensare al proprio interesse e al profitto. Le cooperative calabresi di Goel hanno dimostrato il contrario visto che, solo per fare un esempio, le arance che venivano pagate non più di 5 centesimi al chilo al produttore, ora, grazie al rispetto dei rigorosi protocolli delle cooperative, al produttore vengono pagate 50 centesimi al chilo. Il rispetto delle regole, l’etica appunto, conviene e permette ai produttori di arance di rispettare i diritti dei lavoratori che, con 5 centesimi al chilogrammo non potevano certo essere garantiti.
Ma non basta. Le cooperative di Goel stanno recuperando un intero territorio alla legalità, togliendo spazio al controllo e ai ricatti della malavita organizzata.
Anche in questo caso, la vita vissuta è più chiara di mille parole.
Fino al 2015 le cooperative di Goel erano costantemente bersagliate da episodi di violenza che suonavano come avvertimenti della ‘Ndrangheta e intendevano mettere in difficoltà aziende che pretendevano di lavorare nella legalità. Dopo un attentato particolarmente pesante, che distrusse un capannone e un trattore di una cooperativa agricola, con danni superiori ai 100mila euro, il gruppo Goel decise di coinvolgere la società civile del territrio, raccogliendo in pochi giorni tutta la cifra necessaria per ricostruire il capannone e acquistare un trattore nuovo e più potente. La ripresa dell’attività della cooperativa fu segnata da una festa e, da quel giorno, dopo ogni attentato, le cooperative hanno sempre festeggiato la ripartenza e il miglioramento delle proprie dotazioni grazie al contributo di una società civile che ha continuato a sostenerle.
La provocazione etica è chiara: se ci colpite, non ci spaventate, ma, anzi, ci consentite di migliorare le nostre attività.
Da quattro anni a questa parte le intimidazioni sono quasi sparite, perché la ‘Ndrangheta ha capito che non portavano a nulla. E’ una storia che credo sarebbe molto piaciuta a padre Sorge, animatore di una delle stagioni più feconde nella lotta alla Mafia a Palermo.
Ecco come l’etica può essere accessibile, comprensibile e conveniente!