Le notizie che arrivano dall’Iran e dall’Afghanistan lasciano interdetti.
La morte di una studentessa quattordicenne colpevole di aver tolto il velo in classe come segno di solidarietà nei confronti delle donne che sono state incarcerate e punite per aver manifestato dopo l’uccisione di Masha Amini, lascia sconvolti. Anche per la dinamica di quanto è accaduto: pare che la quattordicenne sia stata prelevata direttamente a scuola, violentata dagli agenti delle forze di “sicurezza” e sia morta dopo tre giorni a causa di un’emorragia vaginale. La madre è stata a sua volta arrestata perché non denunciasse l’accaduto. E’ l’ultimo episodio, sconvolgente, di una inaccettabile serie di violenze che si sono abbattute sulle donne iraniane, colpevoli solo di chiedere maggiore libertà.
Dall’Afghanistan giungono notizie frammentarie, ma la decisione dei Talebani di escludere le donne da tutte le università del Paese è l’ennesima conferma, se ce ne fosse stato bisogno, che il regime sta facendo ripiombare la società afghana e, in particolare, le donne in un buio che non lascia presagire nulla di buono per il loro futuro.
Non mi pare che ci sia un’adeguata reazione internazionale, sociale o politica, per quanto sta accadendo, quasi che i diritti umani possano essere considerati affare interno di stati che sono gestiti secondo logiche dittatoriali e autocratiche.
Lo ha opportunamente sottolineato il presidente Mattarella nel suo saluto alla Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia: “Al centro di questo sistema di valori vi è la dignità umana e il rispetto della persona, che oggi vediamo invece in tante parti del mondo calpestato. Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato”.
Purtroppo, l’impressione è che il clima natalizio o le preoccupazioni legate a una crisi economica latente o l’attenzione (in realtà sempre più flebile) alla guerra in Ucraina abbiano distolto noi tutti dalla necessaria indignazione per quanto sta accadendo nel vicino Oriente. Sono distrazioni che non possiamo permetterci.
Fabio Pizzul