Assolto dopo 7 anni perché “non punibile” per la “particolare tenuità del fatto”.
E’ la fine della vicenda giudiziaria di Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi, che nel 2016 era stato arrestato, passando 10 giorni a San Vittore e 25 ai domiciliari per l’accusa di turbativa d’asta in un appalto per la ristrutturazione delle piscine comunali.
La sentenza della terza sezione della Corte d’Appello di Milano nel processo di secondo grado ‘bis’ arriva dopo che la Cassazione a fine marzo 2022 aveva annullato con rinvio una prima assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”, decisa da un’altra sezione della Corte milanese.
Assolti anche l’avvocato Cristiano Marini, consigliere della Sporting Lodi e l’ex dirigente comunale Giuseppe Demuro.
Una vicenda che ha profondamente segnato Simone Uggetti e che si conclude dopo un tempo troppo lungo. Nessuno restituirà all’ex primo cittadino di Lodi giornate passate senza sapere il perché in carcere e mesi di gogna ed emarginazione sociale, alimentate da polemiche politiche che sono passate su di lui come un rullo compressore.
Qualcuno potrà anche dire che, comunque, la giustizia, alla fine, ha fatto il suo corso riconoscendo prima la non sussistenza, poi la tenuità del fatto di reato, ma sette anni sono davvero lunghissimi.
Ricordo bene il maggio 2016, quando mi recai a far visita a Uggetti nel carcere di San Vittore. Quello che mi disse e la situazione in cui lo trovai li tengo per me, ma vi assicuro che trovarsi improvvisamente privati della propria libertà senza aver la percezione di aver commesso deliberatamente qualcosa di contrario alla legge è un’esperienza devastante.
Sono felice per Simone, così come lo sarei per qualunque altro amministratore che sia stato in grado di dimostrare la propria buona fede e correttezza, ma è dovere dello Stato evitare che vicende come la sua si possano ripetere.
Ne approfitto per due considerazioni sull’attualità.
Siamo nel pieno del dibattito sull’abuso d’ufficio: credo che sia sacrosanto prevedere controlli rigorosi sull’operato dei pubblici amministratori, ma sono anche convinto che la strada non sia quella di utilizzare lo spauracchio della moltiplicazione dei reati penali. Quando c’è la colpa e il dolo, bisogna essere inflessibili, ma non possiamo trasformare la pubblica amministrazione in una sorta di luogo del sospetto a prescindere e della proliferazione dei procedimenti penali.
Riguardo un altro tema di attualità, che riguarda la Corte dei Conti, ovvero la magistratura contabile, personalmente sono più a favore del controllo “concomitante” che di quello “susseguente”: se i reati e i procedimenti giudiziari si possono evitare perché c’è collaborazione piuttosto che contrapposizione tra i poteri dello Stato, è un guadagno per tutti.
Fabio Pizzul
P.S.
Ho scelto di riproporre la foto che il “Blog delle Stelle” utilizzò 7 anni fa.
Luigi Di Maio chiese poi scusa a Uggetti dopo l’assoluzione in appello, ma rimane la violenza di quei giorni che non possiamo dimenticare, Non per trarre conclusioni “politiche”, ma per far sì che la politica mantenga un rispetto per le persone che deve andare oltre qualsiasi schieramento.
Uggetti non è il solo. Conosco anch’io amministratori/trici sottoposti alla gogna, umiliati, isolati, che hanno speso decine di migliaia di euro per gli avvocati poi assolti dopo anni perché il fatto non sussiste. Serve più garantismo? Si. Su questo valuto le proposte che si stanno facendo e che si faranno, da chiunque arrivi.