Può un giornalista permettersi, in barba a qualsiasi rispetto delle norme deontologiche della professione, di esprimere opinioni sulla base di notizie false ed esprimersi senza alcun rispetto per le persone e il loro dolore?
I social sembrano diventati una sorta di porto franco sottratto a qualsiasi regola e anche al rispetto umano.
Si può continuare così?
In realtà, un appiglio ci sarebbe anche: l’articolo 2 lettera g del “Testo unico dei doveri” prevede che il giornalista “applica i principi deontologici nell’uso di tutti gli strumenti di comunicazione, compresi i social network”. Speriamo che qualcuno si muova per chiederne conto.