È calato il sipario sul vertice dell’ONU Stoccolma +50, nell’anniversario della prima conferenza delle Nazioni Unite sulla protezione dell’ambiente (5-16 giugno 1972), mentre il 5 giugno si celebra la Giornata internazionale dell’ambiente.
L’edizione 2022 si intitola “Only One Earth”: nella nostra galassia ci sono miliardi di pianeti ma una sola Terra. E la campagna di quest’anno ci richiama a un’azione collettiva su scala globale per proteggere e ripristinare il nostro pianeta.
Quest’anno sono tornati gli eventi in presenza, centinaia di incontri e iniziative sul tema per non far passare in sordina questa giornata. Sì, perchè dinnanzi ad ‘altre’ crisi, il rischio di mettere in secondo piano le diverse crisi ambientali è molto alto. La stessa comunità internazionale ha riconosciuto che la pandemia e le guerre stanno distogliendo gli Stati dal raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, quell’Agenda 2030 così preziosa e ben pensata per tradurre l’ecologia integrale in chiave sociale, economica e politica.
Stare nella complessità è faticoso, eppure non esistono crisi separate. Davvero pensiamo che potrà esserci il rispetto dei diritti umani se la crisi climatica avanzerà inesorabilmente, colpendo i più vulnerabili di oggi e di domani? Davvero ci illudiamo che potrà esserci la pace se la nostra impronta ecologica continuerà a consumare più risorse naturali di quelle a disposizione?
Il richiamo all’azione collettiva, anche con la Giornata internazionale dell’ambiente, è sempre il benvenuto, purchè non tralasci l’invito alla conversione, e non solo alla transizione, ecologica personale. Non si tratta solo di ‘tingere di verde’ il nostro modo di pensare e di scegliere, ma di orientare il nostro sguardo sul “grido della terra e il grido dei poveri”, di educare il nostro cuore all’empatia e alla compassione (fondamenti etici della cittadinanza), e di muovere mani e piedi per costruire una nuova umanità, dove l’amicizia sociale e il dialogo nutrano la speranza!
Chiara Tintori