Vincere le elezioni regionali della Lombardia del prossimo anno è l’occasione giusta per rifondare il centrosinistra. Percepito come statalista e romanocentrico, il Partito Democratico si gioca paradossalmente un’occasione storica proprio in una regione che negli ultimi anni ha sempre privilegiato candidati di centrodestra.
Anzitutto perché la guida leghista della regione ha mostrato tutti i suoi limiti durante la pandemia, a tutti i livelli: amministrativo, di visione e lungimiranza, di sintonia con la gran parte dei cittadini lombardi. Dal punto di vista delle competenze, dal punto di vista dell’indirizzo politico in campo sanitario e dal punto di vista emotivo la Giunta Fontana ha fatto troppi errori sia prima che durante l’emergenza covid, e la sostituzione di Gallera con Moratti non è bastata a cambiare rotta davvero, perché i problemi sono talmente profondi da richiedere qualcosa di più di un semplice avvicendamento in assessorato.
Il secondo motivo per cui l’occasione di ricostruire il centrosinistra si gioca anzitutto in Lombardia, è che le nuove leadership che le elezioni politiche di domenica hanno consacrato non sono Lombarde. Anzi, due leadership in passato forti come Berlusconi e Salvini sono al tramonto. Fratelli d’Italia, inoltre, non è un partito del nord, nel senso che nel nord non è radicato, pertanto è probabile che presidiando con forza le elezioni regionali del Lazio, tradisca la sua matrice romana, spesso contrapposta a quella milanese e lombarda.
Insomma, alla Lombardia manca una leadership politica nuova, che il centrodestra con l’attuale equilibrio non è in grado di esprimere. L’affermarsi del Movimento 5 Stelle al sud e il mancato sfondamento di Azione e Italia Viva al nord, lasciano di fatto al Partito Democratico il compito di costruire autonomamente un progetto politico in grado di affermarsi alle prossime elezioni lombarde, a partire dal quale aggregare consenso e costruire eventuali alleanze. Se ci riuscirà, gli equilibri del centrosinistra cambieranno anche a livello nazionale, pertanto è probabilmente questa una stagione irripetibile per il Partito Democratico per ripartire dal nord, costruire nuove leadership e far crescere una nuova classe dirigente carica di competenze e visione. La linea, nel centrosinistra, mai come questa volta può dettarla la Lombardia, a patto che qualcuno si preoccupi di costruirla al più presto, dal basso e in modo coraggioso, senza attendere che siano i riti e le liturgie romane a prevalere.
Tirinnanzi
La conoscenza del territorio e di tutte le esigenze regionali è molto importante, così come per le persone che dovranno (e sapranno) governare.
La pandemia ha evidenziato ancor più i limiti in vari settori.
Conoscere e saper scegliere, senza decisioni imposte per motivi che ai cittadini potrebbero risultare oscuri, con contenuti chiari (e non contraddittori come talvolta accade anche nelle stesse amministrazioni di centrosinistra), potrebbe portare ad un cambiamento.
Persone e contenuti: sarà la volta buona?