Il blog che state visitando nasce da un gruppo di professionisti della comunicazione accomunati dalla voglia di riflettere sull’etica pubblica. Il riferimento a padre Bartolomeo Sorge vuole essere un omaggio a un intellettuale e religioso che ha saputo leggere e interpretare con libertà e profondità gli ultimi 50 anni di vita sociale, politica ed ecclesiale del nostro Paese.
Gesuita, a lungo direttore de “La Civiltà Cattolica” e di “Aggiornamenti Sociali”, padre Bartolomeo si è reso protagonista di stagioni importanti come il Concilio Vaticano II, i Convegni Ecclesiali della Chiesta Italiana, la Primavera di Palermo e non ha mai smesso di riflettere con lucidità e arguzia sulle vicende sociali dell’Italia contemporanea. Senza volersi in alcun modo appropriare della sua eredità, il gruppo che dà vita a questo blog intende rendere omaggio alla sua figura e rilanciarne la capacità di leggere la realtà a partire da un’etica fondata sul pensiero cristiano e laicamente aperta al dialogo e al confronto con tutti.
Questo il nostro punto di vista:
IL NOSTRO PUNTO DI VISTA
“La democrazia rappresentativa è uno strumento, un metodo, il migliore e il più equo che la convivenza umana abbia finora sperimentato, ma pur sempre uno strumento. La storia ci ha insegnato, come ha riconosciuto anche Norberto Bobbio, che la democrazia, proprio perché è uno strumento, non è in grado di alimentarsi spontaneamente, non è autosufficiente. Pertanto il problema più urgente per ridare anima alla politica è aiutare la democrazia a ritrovare la sua fondazione etica, la quale poggia necessariamente sul senso religioso. Dunque, la maggiore difficoltà proviene dal fatto che viviamo in una società non solo secolarizzata (che mette in discussione il senso religioso) ma, nello stesso tempo, poliedrica e globalizzata (casa comune in cui convivono le più diverse etnie, lingue e culture). Pertanto, dobbiamo tutti imparare a vivere uniti, rispettandoci diversi. Ciò può accadere solo a partire dalle regole fondamentali di quella “grammatica etica” comune che – come disse Giovanni Paolo II nel discorso in occasione del 50° di fondazione dell’ONU, il 5 novembre 1995 a New York – è scritta nella coscienza di ogni essere umano: dignità della persona, solidarietà, bene comune, sussidiarietà. Il pluralismo e le differenze, dunque, sono una ricchezza e non un ostacolo, alla costruzione di un ethos popolare maturo, che faccia da fondamento trascendente al processo di unificazione mondiale, ormai irreversibile. Piaccia o non piaccia, i muri appartengono al XX secolo, il XXI secolo sarà quello dei ponti, destinati a poggiare su un nuovo umanesimo. E il nuovo umanesimo del XXI secolo non potrà che essere quello dell’ecologia integrale, ben spiegato da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’: tutte le dimensioni dei problemi – sociali, ambientali, culturali, educativi, etici, spirituali – sono tra loro strettamente connesse. L’ecologia integrale apre gli orizzonti di un umanesimo non individualistico né autoreferenziale.
Padre Bartolomeo Sorge (“Perché il populismo fa male al popolo” con Chiara Tintori, ETS, 2019, pgg. 27-28)