«5 milioni di elettori ci han dato il mandato di fare opposizione». Ho pensato a un lapsus ascoltando Letta ieri da Fazio. Poi l’ha ripetuto e mi son detto che c’era un pensiero: il Pd è andato al voto per perdere, non per governare, inconsciamente predisposto alla sconfitta. In campagna elettorale il leader in cuor suo chiedeva che gli italiani bocciassero classe dirigente, linea, cultura, storia recente. Possiamo immaginare il retropensiero in tale logica: siamo irriformabili (il predecessore Zingaretti aveva detto «Mi vergogno di questo partito»), confusi nei rapporti con realtà, persone, bisogni, da noi non ce la facciamo a trovare idee, progetti, assetti interni; ci vuole un trauma che obblighi a cambiare. Che il ragionamento sia coerente con una lettura psicologica lo s’è inteso da Letta quando ha usato una parola non d’immediata comprensione neanche su Rai 3, catarsi, l’antico rito magico di purificazione: mondare il corpo contaminato e liberare l’anima dall’irrazionale. Nella tragedia catarsi è il Coro, la collettività che vede in scena rappresentati uccisione del padre, incesto, tradimenti e ha coscienza di come certe passioni sian distruttive: si converte, cambia convinzioni, modi d’operare, stili di vita. L’esistenza è fatta per sperimentare la capacità di individui e gruppi d’apprendere da esperienza e buone letture. Pd in primis, sinistra, quelli che ieri (sincronicità sveglia le coscienze) han visto la Meloni dire a Vox che lei vuole Italia, Polonia, Ungheria alleati nella Nato ma anche nel nazionalismo, han due opportunità: le elezioni regionali in Lombardia e Lazio. Al voto si va per chiedere il mandato a governare. Al Pirellone vuol dire: Sanità, spiegando ai cittadini come Fontana e Moratti li abbiano espropriati del diritto alla Salute; Ambiente (Regione latitante su acque, verde, montagna); Urbanistica (casa, città, periferie, trasporti); Agricoltura (basta colture e allevamenti intensivi e inquinanti); Cultura (jus scholae e culturae realizzabili a livello regionale). Con motivazioni nette, mobilitazioni anche di piazza, leader credibili, spirito di servizio, iniziativa si può rischiar di vincere. Se si vuole. Adattarsi all’opposizione è alibi, astenia etico-ideale.
Marco Garzonio
Anch’io sentendo Letta da Fazio ho pensato di aver capito male oppure ad un lapsus di Letta.
Però, sentendo persone vicine al PD che mi hanno detto: “ma il PD sa dove vuole andare?” “Non si parla molto dei contenuti, ma solo chi sarà il nuovo segretario”.
Sembra, per alcuni, che ci sia una corsa “per esserci”. Ma quando si parla di argomenti, il confronto non sembra molto costruttivo.
Anche a livello locale, regionale, non mi sembra ci sia molta chiarezza. Naturalmente non parlo delle persone che conosco e che leggeranno queste note, ma di alcune decisioni amministrative che non vanno nella direzione di maggior tutela ambientale e sociale. Scelte contraddittorie in settori diversi, da una parte si tutelano, correttamente, le persone con maggiori difficoltà; per altre scelte, la penalizzazione ricade su chi ha maggiori problemi.
Forse è per tutte queste contraddizioni che le persone non riescono più a capire il PD.