Le disuguaglianze in Italia continuano a crescere e colpiscono soprattutto i più giovani. I numeri sono impressionanti e parlano di quasi 2 milioni di famiglie in grave difficoltà. La povertà assoluta è passata da poco meno del 4% delle famiglie nel 2005 a circa il 7% nel 2021. In numeri assoluti, nel 2021 le famiglie in povertà assoluta sono circa 2 milioni, un numero più che doppio rispetto al 2005, quando erano 819 mila.
Il “cazzotto nello stomaco”, così lo ha definito il cardinal Zuppi durante la presentazione, arriva dal primo Rapporto sulle disuguaglianze in Italia, promosso dalla Fondazione Cariplo, che conferma, tra l’altro, come anche nel nostro Paese sia in atto un processo di progressiva concentrazione della ricchezza: il 90% della ricchezza è posseduto dall’0,01% delle famiglie.
Il Rapporto propone un focus specifico sulle disuguaglianze nel sistema formativo, che non riesce a promuovere un recupero per i bambini che provengono da situazioni o contesti più svantaggiati.
Esistono chiare evidenze del fatto che c’è una stretta relazione tra la qualità dell’istruzione e la qualità della vita e il rischio è che gli studenti più svantaggiati frequentino scuole marginali e non riescano a recuperare lo svantaggio che deriva, spesso, anche dalle condizioni familiari e ambientali.
Dati molto importanti, che documentano per la prima volta in modo scientifico la difficoltà del sistema formativo a fornire risposte adeguate alle situazioni più svantaggiate: chi in seconda elementare è in condizioni particolarmente critiche, rischia di esserlo anche alla fine della terza media.
Le disuguaglianze non sono però un problema solo di coloro che le vivono in prima persona, bloccano l’intero sistema italiano, ci riguardano tutti.
Dal Rapporto arriva un invito preciso: non bisogna rassegnarsi alle disuguaglianze, come se fossero ineluttabili. L’Italia, per tornare a crescere in modo equilibrato, deve poter contare sul contributo di tutti i giovani. Per questo, sostiene il rapporto, bisogna intervenire sulle situazioni più fragili: più che promuovere il merito, vanno sostenute le fragilità.
La lotta alla disuguaglianza nasce dalla conoscenza.
Fabio Pizzul