Nel 1961, in Campidoglio, a celebrare l’unità d’Italia fu invitato Giovan Battista Montini. L’allora Arcivescovo di Milano stupì tutti. Disse che la fine del potere temporale era stata una liberazione per la Chiesa. Un investimento fiducioso nella responsabilità dei cattolici in politica, che stavan per dar vita al centrosinistra. Cambiano tempi e occasioni: la storia continua. Letta e il Pd possono salutare come insperata liberazione il “vaffa” di Calenda al patto firmato. Nell’intesa era chiaro che Bonelli, Fratoianni, Di Maio, Tabacci sarebbero stati della partita (non avrebbe avuto senso la distinzione delle candidature nei collegi uninominali e proporzionale). Ma un Narciso non sa cosa siano i patti e che cosa implicano. Li stipula (inconsciamente o per calcolo non importa: conta l’esito) perché sa che gli servono per accrescere l’altissima considerazione che ha di sé quando li straccerà in quanto gli van stretti, lo obbligano a tener conto degli altri: persone in carne ed ossa, con pensieri, sentimenti, convinzioni, progetti, non proiezioni di ambizioni, grandiosità ipertrofica d’un Io che stima di valere più d’ogni appartenenza, alleanza, denominatori comuni culturali e politici. Ora che l’eurodeputato del Pd (Calenda siede a Strasburgo grazie al Pd) va a contendere spazi residui a Berlusconi, Meloni, Salvini, il cattolico Letta può rivelarsi più laico dei laici del Centro Sinistra e più cattolico di tanti laici, vescovi, preti: finalmente smetterla con titubanze, lealtà alle formule tipo agenda Draghi, governismo e osare. Altro che occhi di tigre. Parlar chiaro, da uomini liberi e forti, di lavoro, tasse, ius vari, ambiente, energia, Costituzione, pace come difesa non riarmo: son di più di “qualcosa di sinistra”. Son la base d’un rilancio del senso dello stare assieme in Italia e in Europa: idee e realizzazioni di cui c’è bisogno per vivere e sperare a far data dal 25 settembre. La cittadinanza attiva ispirata a valori mutuati anche dal vangelo della Beatitudini urge come l’acqua. Scarsa questa, scarsa la politica se non restituisce in Lombardia (dove il centrosinistra deve sbrigarsi, vista anche la crisi Moratti/Fontana) e a Roma occasioni di democrazia e di istituzioni giuste, libere, partecipate.
Marco Garzonio