Le minacce della brigata russa Wagner al ministro della difesa Crosetto sono inaccettabili: è una violenza nei confronti di un rappresentante istituzionale di uno stato democratico da parte di un gruppo paramilitare che agisce in sprezzo a qualsiasi regola internazionale con episodi di vera e propria guerra e violenze che lasciano senza parole. A lui tutta la solidarietà del caso.
La causa scatenante dell’ingiustificabile e folle minaccia della milizia creata dal miliardario russo Yevgeny Prigozhin sono le parole del ministro riguardo il fatto che “l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani”.
Che i flussi migratori non siano casuali, ma abbiano a che fare con grandi interessi geopolitici e con interessi di trafficanti di uomini penso che nessuno possa negarlo.
Quanto al fatto che possa esserci una strategia di guerra ibrida da parte della Russia che avrebbe affidato proprio alla brigata Wagner il compito di destabilizzare paese come l’Italia, il ministro Crosetto avrà buone ragioni per dirlo, credo sulla base di segnalazioni dei nostri servizi segreti o di informazioni riservate, ma non può diventare un alibi per sostenere che l’Italia e il suo governo poco o nulla possano fare per contrastare o limitare l’ondata di immigrati in arrivo sulle nostre coste.
E’ giusto invocare un maggiore impegno da parte dell’Unione Europea, ma evocare la necessità di un intervento dell’Alleanza Atlantica pare uno scivolamento pericoloso verso una logica di guerra che non credo contribuisca a un’effettiva volontà di gestire il fenomeno migratorio.
Sbaglierò, poi, ma credo che evocare una volontà destabilizzatrice nei confronti dell’Italia serva più che altro al governo a trovare (abilmente) un nemico per giustificare la propria incapacità o impossibilità di gestire un fenomeno che Meloni e Salvini in campagna elettorale avevano promesso di risolvere in quattro e quattr’otto.
L’inquietante e conosciuta presenza della Wagner in Africa mi pare più facilmente spiegabile in altro modo, ovvero la necessità di controllare e sfruttare fonti energetiche e grandi ricchezze minerarie. L’aumento dei disperati che si spostano verso nord e verso l’Europa è un terribile effetto collaterale.
Fabio Pizzul