“Forza tranquilla” era lo slogan vincente coniato da François Mitterrand per le presidenziali francesi che vinse nel 1981. A distanza di 4 decenni la forza tranquilla caratterizza un altro presidente rieletto in Italia. Sergio Mattarella l’ha messa in evidenza nel suo discorso di rielezione pronunciato in Parlamento. Forza tranquilla che in questo momento nessuno può vantare nell’Europa che prova a scrollarsi di dosso la pandemia sanitaria e ad affrontare quella sociale.
Guard rail della democrazia italiana, è stato definito il capo dello Stato dalla stampa d’oltreoceano. Ma la sua cultura politica cattolico democratica lo rende diffidente verso questa aura di uomo delle provvidenza. Sa che l’Italia che non ha saputo trovare un altro presidente per uscire da un lungo tunnel imboccato ben prima del 2020 ha anzitutto bisogno di ritrovare fiducia nelle istituzioni ritrovando nel Parlamento e nella partecipazione alla buona politica, non nel leaderismo, gli strumenti per combattere la pandemia sanitaria come quella sociale, alimentata dalle diseguaglianze che frenano lo sviluppo. Riforme istituzionali e della giustizia per un’italia moderna e lotta alle disuguaglianze sono le due strade parallele indicate dal Capo dello Stato all’Italia per cambiare l’orizzonte e fermare il declino italiano. L’agenda sociale deve riportare al centro della azione politica la difesa della dignità. Dalla dignità del lavoro – che significa contrasto alla precarietà, alla disoccupazione, alle discriminazioni di genere e alla strage silenziosa degli incidenti mortali – alla difesa della vita, anche quella dei più fragili, dei carcerati e dei migranti. La lotta alla ingiustizia sociale passa anche dal contrasto alla violenza sulle donne, dall’attenzione ai giovani garantendo loro il diritto allo studio e l’annullamento del divario tecnologico e digitale. Senza mai abbandonare gli anziani perché la vecchia Italia ne ha ancora bisogno. Come ha bisogno di politici della statura di David Sassoli, omaggiato da Mattarella in uno dei passaggi più toccanti di un discorso che ha sdoganato finalmente la mitezza e la forza tranquilla della politica autentica in un ‘Italia assuefatta alla debolezza inconcludente degli urlatori.
Paolo Lambruschi