La politica contemporanea è stata interpretata attraverso due principi opposti che il grande pensatore tedesco Max Weber aveva sintetizzato nell’etica dei principi e in quella della responsabilità. Due diversi modi di intendere la politica, rispettabili e inconciliabili, che paiono essere stati ormai travolti dalla fragorosa caduta del governo Draghi, che potrebbe avere inaugurato una nuova etica, quella della convenienza. Responsabilità e principi si sono sciolti nella melassa vischiosa di un miope opportunismo che ha definitivamente allontanato il Parlamento dalla sensibilità di buona parte del Paese e costretto il presidente Mattarella a porre fine alla più folle delle legislature repubblicane.
Il problema è che un’etica della convenienza non può esistere e rischia di trasformarsi in una specie di autocombustione di una politica che soffia sul fuoco della propaganda senza essere poi in grado di spegnere l’incendio che divampa e mette a rischio la credibilità delle istituzioni stesse.
L’etica della convenienza è il prodotto di una visione della politica che mette al centro gli interessi di singoli e gruppi e sconfessa ogni possibile attenzione a valori comuni: in questo contesto una figura come quella di Mario Draghi diventa un ostacolo che va rimosso al più presto perché impedisce la libera circolazione degli spiriti animali della competizione politica che enfatizza e non risolve i problemi.
Si parla molto in queste ore di “agenda Draghi”, che mi pare di poter innestare nell’ormai dimenticata “agenda Mattarella” con cui il Presidente della Repubblica ha inaugurato il suo secondo mandato al Quirinale. Credo che chi saprà farsi carico di queste agende possa proporsi con la giusta credibilità agli elettori. Non si tratta di arruolare Draghi e Mattarella, ma di rispondere con coraggio alle questioni che, da autentici servitori dello Stato, hanno correttamente evidenziato.
Non è ancora tempo di archiviare Max Weber ed è bene scegliere tra etica della responsabilità ed etica dei principi, contrastando l’improbabile etica della convenienza che rischia solo di creare disastri.
Fabio Pizzul