Dall’alta moda a un’altra moda con al centro la persona. Con questo slogan lo scorso 16 settembre ’23 il Comune di Milano ha organizzato un incontro pubblico per promuovere la moda sostenibile e inclusiva.
A pochi giorni dalla Milano Fashion Week per la Women’s Collection Spring/Summer 2024, un evento che ha portato in città 176 appuntamenti, il Comune di Milano, con l’impulso determinante di Roberta Osculati, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano, ha organizzato e coordinato un confronto a Palazzo Marino (sala Alessi), tra l’amministrazione del Comune di Milano e giovani operatori del settore moda: Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro; Giovanni Mario Lucchesi, Ceo del brand sostenibile Prism; Matteo Villa e Valerio Ferrandi, Co-founder di Appcycled; Marina Spadafora, fondatrice di Fashion Revolution Italia; Flora Rabitti, Founder di Floriana; Andrea Grieco, divulgatore e Sustainability Strategist; Chiara Ceretti e Cora Bellotto, Founders di Spazio 3R; moderatrice Roberta Oscultati. Giovani operatori che coraggiosamente hanno deciso di investire le loro specificità professionali, acquisite con grandi brand come Max Mara, Gucci, Prada, per fare moda in altro modo.
Come nel convegno L’altra moda dello scorso febbraio, l’appuntamento in sala Alessi ha posto il tema della moda adattiva e inclusiva con al centro la persona. “Mi domandavo – dice Roberta Osculati – come la moda risponde alle aspettative, alle richieste di una persona che vive sulla sedia a rotelle e che ha diritto di vestirsi bene. Altra moda non significa essere di serie B o qualcosa di raffazzonato con pochi spicci, così ho proseguito nell’impegno”. Per i giovani operatori la moda non è fatta solo di grandi appuntamenti, di budget pazzeschi che si consumano in poche ore. “Questo il motivo – precisa Roberta Osculati – per cui il Comune di Milano lavora e sostiene anche un altro modo di fare moda”.
Giovani operatori che praticano, diffondono, una moda alternativa dove la persona è considerata prima dell’abito da confezionare e indossare. “Sulla scia – riprende Roberta Osculati – di questa lettura si è organizzato questo evento sul rispetto dell’ambiente, anche dei costi che il mondo, l’ambiente della moda prevede e delle persone che vi lavorano, spesso sono donne sotto pagate”. Per Marina Spadafora è importante che a Milano, capitale della moda, sia iniziato l’approccio alla moda sostenibile qualificando l’informazione, troppo scadente, al consumatore che viene invitato a sapere cosa c’è dietro all’abito che acquista e indossa. Come dice il titolo di un suo libro La rivoluzione inizia dal tuo armadio. Nell’altra moda il ruolo dei consumatori è importante. “Li chiamo – precisa Roberta Osculati – consumo-attori perché siamo noi che decidiamo cosa entra e cosa esce dal nostro armadio. Se buttare un abito oppure dargli una nuova vita rimodellandolo, ritrasformandolo, riutilizzandolo e rimetterlo nel ciclo della seconda mano. Questo è il filone su cui il Comune di Milano è molto attento”.
Chiara Ceretti e Cora Bellotto hanno dato vita allo spazio creativo delle 3R: ri-ciclo, ri-uso, ri-cucio. “Lo scopo – conclude Roberta Osculati – è coinvolgere le stesse donne qui in Italia come le immigrate o chi vive percorsi difficili come quelli in carcere. Sono percorsi che offrono non solo una nuova vita al capo, all’abito da realizzare, ma offrono anche una nuova vita a queste persone. Percorsi che fanno capire il senso del ri-ciclo, del ri-uso e del ri-cucio. Dietro al ri-cucire c’è anche un lavoro che rimette insieme parti di una vita spezzata e faticosa”
Silvio Mengotto