Lo stop alla registrazione comunale dei figli delle coppie omogenitoriali ha scatenato un putiferio. Una questione che bolliva in pentola da tempo e che fino ad oggi non si e’ affrontata con chiarezza in sede legislativa nazionale e prima ancora all’interno del Partito Democratico. Sabato a Milano il sottoscritto non partecipera’ al presidio indetto da Pd con la presenza della segretaria Schlein. E’ una manifestazione che penso e spero vedra’ l’assenza di tanti altri proprio perché abbiamo a cuore i bambini implicati in questa vicenda e la cui delicata sorte non può essere affrontato nella canea della piazza che invece acuisce differenze e scontro politico. La definizione delle questioni in gioco riguarda soprattutto e più ancora i bambini che potrebbero venire a seconda delle decisioni che la politica assumerà. Sono questioni di enorme rilevanza perché riguardano l’antropologia umana, lo statuto umano e la sua grammatica . L’ecologia coinvolge primariamente la concezione dell’essere umani. Questioni così rilevanti che mi portano e ritenere che le valutazioni circa le implicazioni di collocamento politico e di partito siano del tutto secondarie. E’ una questione che ha a che fare con il bene comune, di tutta la societa’ e famiglia umana. Al fondo, lo sappiano ed e’ inutile girarci intorno, c’e’ la cosiddetta “maternità surrogata” nelle sue varie forme che ha implicazioni enormi e gravide di incognite umane. Avallare meccanismi e regolamenti che nei fatti la rendono possibile Implica assumersi gravi responsabilità sulla pelle delle persone. Inoltre, in tanti, siamo anche convinti che questo favorisca il “mercato dell’umano” perché -questo sarà- sollecitato dalla deriva di un bieco capitalismo. Una volta che si decide che l’umano è nelle nostre disponibilità e desideri, nulla più sarà precluso. La concatenazione logica di questi assunti declina poi verso l’eutanasia e la selezione genetica. La via è quella.
Auspico per sabato una presa di posizione pubblica firmata da tanti dirigenti laici e cattolici del partito e dell’associazionismo. Auspico che su questi temi il Pd apra un serio confronto al proprio interno senza il quale inevitabilmente non puo’ registrarsi unita’ di intenti.
Alberto Mattioli