Stiamo assistendo a una delle campagne elettorali meno “comunicate” degli ultimi anni.
In Lombardia si vota tra poco più di una settimana e gran parte della popolazione non ne è per nulla consapevole. I giornali, le Tv e le radio parlano delle elezioni regionali poco o nulla, si limitano a dar loro spazio nelle cronache locali, senza neppure garantire uno spazio privilegiato a questo argomento che pare davvero interessare molto poco. Si potrebbe pensare che l’attenzione si sia spostata sui social, ma anche lì l’impressione è che, fuori dalle “bolle” dei candidati e dei loro supporter, ci sia solo un grande silenzio. Per non parlare degli incontri in presenza che, tolta qualche significativa eccezione, faticano a radunare folle e rischiano di coinvolgere più o meno la solita gente. Anche nei mercati, complice la stagione non proprio favorevole (anche se l’inverno dovrebbe essere ben altra cosa), non si respira aria di interesse e sono davvero pochi i candidati che si danno la briga di volantinare e fermarsi a discutere con le persone.
Perché tutta questa distrazione?
Una possibile spiegazione credo stia nella scelta del presidente uscente Fontana di rifiutare accuratamente qualsiasi confronto. I diversi candidati marciano così su corsie parallele e non si incrociano per discutere su idee e proposte. Questo fa sì che ciascuno dica la sua su ogni argomento e che, senza un confronto diretto, si crei la noiosa sensazione di sentirsi dire le solite cose scontate e prevedibili: il confronto è il sale della politica e, se manca, anche la politica perde gran parte del suo possibile interesse.
Il problema dei candidati diventa, allora, quello di portare al voto tutti i propri elettori, visto che l’assenza di qualsiasi confronto porta a dover abbandonare l’idea di poter convincere chi la pensa in modo diverso.
E’ chiaro che una situazione del genere favorisce chi sta governando la Lombardia da quasi trent’anni.
Anche i media si stanno adeguando a questa situazione e il messaggio che passa, alla fine, è che in Lombardia nulla può cambiare.
E’ il trionfo di chi sta facendo di tutto perché in Lombardia nulla debba cambiare.
E’ il peggior servizio che si possa rendere ai cittadini lombardi.
Tirinnanzi
