Dopo sei anni di lavoro è stato pubblicato Mensuram Bonam (Buona Misura), il documento vaticano che invita i cattolici ad adottare formalmente e applicare i criteri fondati sulla fede nell’amministrazione delle loro finanze. Quarantaquattro pagine, una sorta di guida agli investimenti (il documento è disponibile qui https://www.pass.va/en/publications/other-publications/mensuram_bonam_ita.html), non a caso il sottotitolo recita così “Misure coerenti con la fede per investitori cattolici: un punto di partenza e un invito ad agire”.
Numerose Conferenze episcopali locali, tra cui anche la CEI dal 2020, hanno già pubblicato linee guida per ispirare le attività finanziarie. Ora che il Vaticano sia giunto a una preziosa sintesi in materia è un risultato da salutare con soddisfazione. Il tempo delle scuse, attenuanti o giustificazioni è finito. “Investire non può più prescindere dalle sue molteplici conseguenze etiche.” Per contrastare le minacce alla nostra casa comune – le pandemie di fame, violenza e cambiamento climatico – gli investitori cattolici sono chiamati a “sviluppare linee guida etiche allo scopo di allineare le proprie decisioni e strategie di investimento per il bene comune”.
La struttura del documento è molto agile: due capitoli, più un’appendice e una bibliografia selezionata. Il primo è dedicato ai principi. Attingendo al Vangelo e al Magistero sociale della Chiesa vengono proposti i principi cardine (la persona umana e la dignità umana, il bene comune, la solidarietà, la giustizia sociale, la sussidiarietà, la cura della nostra casa comune, l’inclusione dei più vulnerabili, l’ecologica integrale). Per ciascun principio sono esplicitate le implicazioni per gli investimenti e le domande per il discernimento, molto operative e puntuali, come ad esempio: “i diritti umani sono pienamente rispettati?” Oppure “sono soddisfatti i criteri dello sviluppo integrale nelle dimensioni umana, sociale ed ecologica?”
Il secondo capitolo è dedicato alla guida pratica, per tutti coloro che “desiderano costruire un fondamento per gli investimenti coerenti con la fede”, dalla Dichiarazione di Politica di Investimento al potenziamento dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) con i principi del magistero sociale, passando attraverso l’impegno attivo (engagement). Con un’attenzione, ribadita in più passaggi del testo: “investire in coerenza con la fede è un percorso piuttosto che una ricetta definita o un risultato.”
L’appendice raccoglie i criteri di esclusione nella valutazione degli investimenti: dall’aborto alle sostanze che causano dipendenza (tabacco, alcool, droghe), dalle violazioni del diritto del lavoro ai cambiamenti climatici.
Dinnanzi alle molteplici crisi che ci affliggono, gli investitori cattolici sono chiamati a divenire “investitori integrali”, lasciandosi ispirare dall’ecologia integrale. Così, per quanto riguarda la giustizia sociale, la “buona misura comporta dare la precedenza agli svantaggiati, attraverso la redistribuzione, in modo che a ognuno venga accordata la dignità dell’essere inclusi”.
Applicare la saggezza della fede alle questioni complesse che gli investitori si trovano ad affrontare non è semplice, ma è praticabile. “La speranza è che Mensuram Bonam rappresenti una base per il dialogo e un’analisi approfondita, perché gruppi e comunità possano studiare e interrogare insieme il progetto condiviso di uno sviluppo umano integrale.”
È ora il tempo degli “investitori integrali”!
Chiara Tintori