Nel tradizionale discorso alla città alla vigilia della festa di Sant’Ambrogio l’Arcivescovo di Milano ha lanciato un appello alla gentilezza. “Per gentilezza non intendo solo le “buone maniere”, ma quell’espressione della nobiltà d’animo in cui si possono riconoscere la mitezza, la mansuetudine, la finezza nell’apprezzare ogni cosa bella e buona, la fermezza nel reagire all’offesa e all’insulto con moderazione e pazienza”. Così mons. Delpini ha voluto spiegare il concetto di gentilezza, tratteggiando una sorta di identikit di una persona capace di creare buone relazioni con gli altri. Di gentilezza ha parlato anche papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”, definendola come “una liberazione dalla crudeltà che a volte penetra le relazioni umane, dall’ansietà che non ci lascia pensare agli altri, dall’urgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto a essere felici”.
Belle parole, si potrebbe pensare, che poco però hanno a che fare con la vita concreta di chi ha responsabilità o ruoli di governo, in politica, nell’economia o in qualsiasi altro campo. Nella vita normale, la gentilezza è considerata un segno di debolezza e spesso il comando viene esercitato in modi spicci e arroganti, gli unici che paiono garantire la possibilità di risolvere problemi complicati con i tempi necessari in un sistema che non ha tempo di aspettare.
Lo stesso Delpini non fa fatica a riconoscere che i temi sociali e politici “sono affrontati con toni aspri e rivendicativi”, ma insiste, sostenendo che la “gentilezza fa immaginare percorsi più concordi, rispettosi, costruttivi”, perché la gentilezza si può esprimere nel “trattare gli altri con rispetto, nell’apprezzare il bene che si compie, nel ringraziare per il lavoro ben fatto”.
Di gentilezza ha parlato con grande efficacia anche Gianrico Carofiglio nel suo “Della gentilezza e del coraggio”, arrivando a definire la gentilezza come “uno strumento chiave per produrre senso nelle relazioni umane, e quindi anche nella politica” (ivi pg. 110).
Spesso facciamo fatica a individuare il senso delle cose che facciamo.
E se una risposta potesse davvero arrivare dalla gentilezza?
