Immobilismo o cautela? Il nuovo governo non ha ancora svelato quale sia la propria cifra. L’inconsueto battesimo autunnale e la necessità di mettere subito mano alla Finanziaria sono stati allo stesso tempo il peggiore e il miglior debutto possibile per l’esecutivo di Giorgia Meloni: l’oggettiva difficoltà della prova a cui è stato chiamato, infatti, ha consentito di silenziare alcuni evidenti scivoloni – vedi la clamorosa retromarcia sul contante – e di non far deflagrare lo scarso livello di ambizione della manovra, miscela di proroghe, ritocchi e aiutini.
Prima o poi il governo e la maggioranza dovranno venire allo scoperto. E il primo set della partita sulle nomine che lo aspetta sarà occasione preziosa per capire la reale natura di questa nuova stagione politica. Spoil system sì, no, in parte? Entro il 24 gennaio, data entro la quale andranno confermati – o no – alcuni dirigenti chiave della macchina amministrativa, conosceremo la linea.
Guido Crosetto, vocalissimo ministro della difesa a cui piace giocare all’attacco, ha detto che è ora di usare il machete contro quella parte di apparato burocratico che in nome dell’autoconservazione è disposto a bloccare tutto o quasi. La metafora è chiara e certo non ha corso il rischio di passare inascoltata, tanto è vero che ha inaugurato una specie di soap opera che da giorni vede aggiornarsi il borsino delle teste destinate a saltare o a restare sul collo.
La verità è che il problema esiste. La soluzione, però, non può essere un’indiscriminata potatura. La delicatezza della materia suggerirebbe, piuttosto, un intervento chirurgico capace di discriminare su ruoli, competenze, sostituti possibili e reali senza far torto al paziente e alla necessità di preservare le sue funzioni vitali.
La storia recente – vedi Matteo Renzi a Palazzo Chigi – dimostra d’altronde che per quanto le mani siano ferme il corpaccione è capace di rigettare qualunque tipo di innesto.
Nell’altissima volatilità della politica italiana, direttori, capi di gabinetto e alti funzionari hanno fatto da contraltare come fattori di stabilizzazione, così prolungata da essere spesso degenerata in autoreferenzialità.
Lontano dagli slogan, al riparo dai riflettori, il governo ci dirà a che gioco vuol giocare.
Renato Chiaramonti