Il Covid ha ulteriormente allontanato l’Africa dai media italiani. A parte qualche citazione della variante sudafricana del Corona virus, sui titoli del tg, della carta stampata e sui social media della terra sorella d’Europa non v’è traccia.
Non v’è né mai stata molta, a dire la verità, soprattutto negli ultimi 10 anni, con l’eccezione della Libia per le questioni migratorie, ma la situazione politica e sociale dell’ex quarta sponda dopo la morte del rais Gheddafi è materia per iniziati. Non va meglio per il Corno d’Africa dove la maggior parte degli italiani non saprebbe collocare le due ex colonie, Eritrea e Somalia, sulla carta geografica o per l’Etiopia che abbiamo sottoposto a una spietata occupazione dal 1936 al 1941 proclamandovi un impero. Nonostante il secondo paese africano, dove abbiamo molti interessi economici e umanitari, sia dilaniato da oltre un anno da una guerra civile cruenta , nulla riesce a bucare la coltre di silenzio.
Le cause sono molteplici, dall’ignoranza diffusa ai buchi di programmi scolastici effettivamente troppo concentrati sulle guerre puniche a scapito della storia contemporanea, alla rimozione effettuata nel dopoguerra da élite culturali e politiche interessate a cancellare il passato coloniale e fascista anche per motivi biografici. Così abbiamo rimosso il passato coloniale e l’interesse per l’Africa e di quel periodo ci è rimasto solo il razzismo. A tenere viva l’attenzione è rimasta la nicchia profetica del mondo missionario e delle Ong. Basta un’occhiata a qualsiasi sito di emittenti pubbliche europee per capire la differenza abissale con l’informazione italiana. Certo, Londra e Parigi hanno avuto e hanno un peso specifico diverso e interessi più forti. Ma come dimostra la vicenda del povero ambasciatore Luca Attanasio ucciso a febbraio in Congo, l’Italia può fare molto per lo sviluppo perché non ha una agenda nascosta. Ora è tempo di aiutare l’opinione pubblica a capire che per ricchezza di risorse, gioventù e vivacità, l’Africa non è il posto dove “aiutarli a casa loro”, è il luogo del futuro d’Europa, è già Eurafrica.
Paolo Lambruschi
Una presentazione del libro “L’Africa non fa notizia” di Paolo Lambruschi, Paolo M. Alfieri e padre Giulio Albanese
