Il prossimo 25 settembre per la prima volta i 18 saranno chiamati a votare anche per il Senato della Repubblica. La novità, che sta passando un po’ sotto silenzio, è dovuta alla modifica apportata all’articolo 58, comma 1, della Costituzione dalla legge costituzionale 18 ottobre 2021, n. 1, che ha soppresso il preesistente limite minimo dei 25 anni di età.
Al di là di questo cambiamento rilevante, come si può far sì che i giovani si interessino alla politica e partecipino effettivamente al voto?
La politica parla spesso di giovani, ma non offre loro la possibilità di esprimersi e men che meno, almeno questa è la mia impressione, si mette in ascolto delle esigenze e delle idee dei giovani.
Una delle principali strategie per tentare di catturare l‘attenzione dei giovani è quella di candidare giovani, nella speranza che questo sia un modo per far sì che i giovani ascoltino e votino per altri giovani. Ma basta davvero mettere giovani in lista perché si accenda l’interesse dei loro coetanei per la politica?
Credo che la presenza di giovani candidati sia una bella notizia, anche perché portano una ventata di freschezza e di entusiasmo a una campagna elettorale che non sta creando grandi passioni e men che meno partecipazione, ma la presenza dei giovani non basta a garantire che la politica si occupi di loro.
Mi paiono allora molto opportune tutte le occasioni in cui si dà la parola ai giovani e ci si fa interpellare dalle loro domande e riflessioni. Il segretario del PD Letta dice in ogni occasione come il suo lavoro a Science Po a Parigi gli abbia fatto cambiare profondamente la propria visione del mondo: i giovani, se ti metti in gioco con loro, ti destabilizzano, ti sorprendono, ti aprono scenari imprevedibili.
Il problema è come, poi, queste sollecitazioni vengono accolte e rielaborate dal cosiddetto mondo adulto. I giovani vengono tollerati e gestiti, in vista di un loro passaggio al mondo degli adulti, vengono ingabbiati in meccanismi e schemi da adulti o hanno davvero l’occasione per esprimere la loro potenza di vita oggi e non in un non meglio definito futuro?
La sensazione è che la politica abbia rodati meccanismi perché i giovani si “adultizzino” in breve tempo, nel senso di adeguarsi a schemi, logiche e visioni che non danno molto spazio alla novità.
Spero di sbagliarmi, ma molti giovani che si affacciano alla politica rischiano di diventare precocemente “adultizzati”.
Concludo queste frettolose e forse anche banali osservazioni con una bella iniziativa di giovani che prendono la parola in vista delle elezioni. I giovani di Azione Cattolica, ACLI, Movimento Federalista Europeo e Gioventù Francescana hanno offerto alla politica 6 proposte verso le elezioni e oltre. Con l’adesione di tante altre realtà. Da leggere.
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Fabio Pizzul