La scomparsa di David Sassoli, di cui si celebrano i funerali oggi a Roma, ha destato grande emozione e partecipazione, almeno da parte dei media e delle istituzioni. Nonostante il suo tratto cortese e pacato, Sassoli ha ricoperto ruoli di grande responsabilità, professionale e politica. Se avessimo chiesto alla “ggente” di indicare i nomi dei principali politici italiani o dei più influenti tra loro, quello di Sassoli, almeno fino a una settima fa, difficilmente sarebbe emerso tra quelli più citati. Eppure, Sassoli, come ha detto martedì alla Camera il segretario PD Enrico Letta, è tra quei politici che non si sono limitati a seguire o accompagnare la storia, ma l’hanno cambiata. Il suo turno di presidenza del Parlamento Europeo ha affrontato anni drammatici e ha consentito all’UE di recuperare ruolo e credibilità; tutto questo non sarebbe stato possibile se il Presidente Sassoli non avesse tenacemente tenuto aperto il Parlamento anche nelle settimane più dure della pandemia.
Sassoli probabilmente nel 2009 fu scelto come candidato al Parlamento Europeo nelle liste del PD per la sua grande visibilità mediatica, raggiunta meritatamente per il suo lavoro da giornalista che lo ha portato a diventare vicedirettore del TG1, ma ha poi dimostrato come si può servire le istituzioni senza usarle per la propria autopromozione e visibilità.
La misura e il garbo che hanno sempre contraddistinto l’azione professionale e politica di Sassoli potrebbero sembrare fuori moda, o almeno non in sintonia con lo spirito dei nostri tempi, eppure le unanimi attestazioni di stima nei suoi confronti che stanno arrivano di queste ore sembrano dimostrare il contrario. In tempi di urla e delegittimazioni reciproche, abbiamo bisogno di riscoprire la gentilezza come arte di costruire relazioni autentiche e generative. Essere pacati non significa essere arrendevoli, nella comunicazione come nella politica.
Chi urla di più, forse, avrà un titolo più grande sui giornali di domani (a patto che qualcuno ancora li legga), chi sa ascoltare e dialogare rischia di lasciare un segno nella storia e nel cuore delle persone.
David Sassoli lo ha fatto, dimostrando di essere uno di quei “costruttori” che il presidente Mattarella ha più volte indicato come necessari.
