Mentre sui confini orientali dell’Europa soffiano cupi venti di guerra, in molti si interrogano su chi stia oggi veramente dalla parte della pace. La domanda riguarda gli stati e la politica, ma anche la società e la cultura.
A livello politico, l’impressione è che nessuno sia davvero disposto a fare un passo indietro in nome di una convivenza pacifica.
Se guardata dal punto di vista russo, la crisi è determinata dalla volontà americana di espandersi oltre i confini attuali dell’Alleanza Atlantica. Gli osservatori occidentali imputano invece a Putin di voler riguadagnare territori e influenza annettendosi, di fatto, l’Ucraina.
In Russia non sono in molti a credere che ci possa davvero essere un’invasione e c’è anche la convinzione che Putin, da freddo calcolatore, stia accuratamente evitando qualsiasi incidente che possa scatenare un conflitto. A Washington si pensa invece necessario costringere Putin a più miti consigli aumentando la pressione militare ed economica nei confronti di una Russia che non si può certo dire che goda di buona salute interna.
A livello sociale e culturale, da più parti aleggia una domanda: che fine hanno fatto i pacifisti?
In effetti, se facciamo eccezione per i continui e pressanti appelli di papa Francesco, il panorama di coloro che si stanno mobilitando per la pace non pare molto affollato.
Le attenuanti non mancano, a partire dalla pandemia che ha letteralmente sconvolto abitudini e priorità di tutti noi, ma la domanda su chi e dove stia alimentando la cultura della pace è certamente seria ed attuale. In realtà, riflessioni e iniziative non mancano, ma faticano ad emergere a livello di opinione pubblica.
Forse la pace va meno di moda, al cospetto di una “terza guerra mondiale” (per citare ancora papa Francesco) combattuta in modo frammentato e anticonvenzionale, ma è quanto mai urgente tenere viva la sensibilità culturale e formativa di chi considera la guerra sempre e comunque come un fallimento dell’umanità.
Diverse realtà ecclesiali, prime fra tutte Azione Cattolica e Comunità di Sant’Egidio invitano alla preghiera per la pace in Ucraina: è la via maestra, ma serve riaprire anche i tanti sentieri di riflessione, formazione e cultura che da qualche anno sembrano un po’ poco frequentati.
Fabio Pizzul