Mi pare molto interessante l’articolo di Mauro Magatti pubblicato sul Corriere della Sera di sabato 2 novembre link. Il sociologo dell’Università Cattolica ripropone i temi del suo ultimo libro, “Supersocietà”, scritto a quattro mani con Chiara Giaccardi, interrogandosi sulle prospettive del progressismo contemporaneo. Magatti sottolinea come elementi caratteristici della sinistra odierna siano la libertà, la tecnologia e la difesa dei diritti individuali.
Spingere su questi fronti è fondamentale, ma, scrive Magatti, il rischio è che non ci si ponga limiti e, se mancano responsabilità, attenzione ai deboli e cura delle relazioni si rischia una deriva individualistica che scatena paure e chiusure. Un’analisi a mio giudizio molto convincente, che spiega anche l’avanzamento di un conservatorismo che, posizionandosi sul fronte opposto delle medesime dinamiche si propone come la forza che protegge e rassicura cittadini sempre più preoccupati di non essere in grado di reggere le accelerazioni sulla libertà, la tecnologia e i diritti.
E’ interessante chiedersi come si colloca il PD nello scenario delle supersocietà evocata da Giaccardi e Magatti. La risposta non è scontata, soprattutto in zone ricche come Milano e la Lombardia, dove le dimensioni indicate come caratteristiche del progressismo assumono sottolineature e velocità particolarmente significative. Spingere sulle libertà individuali, l’innovazione tecnologica e la promozione dei diritti individuali consente di entrare in sintonia con élite che posseggono strumenti e risorse per interpretare il mondo che cambia e non averne paura.
C’è però la grande questione di coloro che si sentono inadeguati, ai margini di questi fenomeni per un problema di competenze o di risorse. Il rischio è che si sentano esclusi e vivano la paura di non farcela, cercando protezione e rassicurazione in chi propone loro un ritorno in territori e situazioni più familiari.
In queste considerazioni c’è una possibile spiegazione del successo della destra e delle difficoltà della sinistra, che trovano particolare manifestazione nell’attuale travaglio del Partito Democratico che si interroga sul perché ha perso la sua storica base elettorale.
Temi importanti su cui varrà la pena tornare anche in vista dell’appuntamento elettorale con le regionali in Lombardia.
Fabio Pizzul