All’inizio dell’Avvento anche per il Rito Romano (gli ambrosiani hanno già due settimane alle spalle) pubblichiamo volentieri un contributo di don Franco Cecchin (assistente spirituale del Movimento Terza Età della diocesi di Milano) sul significato “politico” del Natale. Troppo spesso la dimensione religiosa viene relegata nel privato e ci priva di riflessioni che fondano la nostra convivenza civile.
Mai come in questo momento storico, pieno di contraddizioni, d’ingiustizie e di violenze, c’è bisogno di quel Nato a Betlemme. La nascita di Gesù a Betlemme, non è una favola, ma un evento storico avvenuto all’inizio dell’Era cristiana. Quel Bambino è un bambino come tutti gli altri, ma è anche il Figlio di Dio che è diventato uomo. Quel Bambino è l’Emmanuele, è il Dio con noi.
Ognuno di noi ha bisogno del Natale di Gesù per essere pacificati con noi stessi e per sperimentare la gioia più nel dare che nel ricevere. Insieme manifestiamo questo bisogno, diventando noi stessi – anziani e anziane – protagonisti di riflessione, di confronto e di arricchimento tra i nostri coetanei e con la prima e la seconda generazione.
Le nostre Comunità cristiane hanno bisogno di quel Nato a Betlemme per corrispondere alla preghiera che Gesù ha rivolto al Padre nell’ultima Cena: “Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Giovanni 17,21).
Le nostre famiglie hanno bisogno di quel nato a Betlemme per sperimentare la bellezza dell’armonia di coppia, la dolcezza degli affetti dei propri cari e la capacità di affrontare le molteplici difficoltà come occasione di crescita reciproca.
I nostri giovani hanno bisogno del Natale di Gesù per scoprire il senso vero dell’esistenza e per imparare da quel Bambino a crescere in Sapienza, Età e Grazia davanti a Dio e agli uomini, donando il meglio di loro stessi nei vari ambiti della loro esistenza.
I nostri anziani, specialmente quelli del Movimento della Terza Età, hanno bisogno di Gesù nato a Betlemme per non sentirsi inutili e per regalare da soggetti attivi e responsabili la Sapienza del cuore ai piccoli e ai grandi, sia nelle proprie famiglie, sia nella Comunità crisiana sia in quella civile.
Le nostre città e nostri paesi hanno bisogno del Natale di Gesù per far crescere il senso civico, per promuovere la qualità della vita e per sostenere l’attività produttiva dando lavoro a tutti e sviluppando l’originalità ambientale, storica e artistica del proprio territorio.
La nostra Italia ha bisogno di quel nato a Betlemme perché chi governa il paese, nei vari ambiti, miri al Bene comune sostenendo soprattutto i più deboli ed evitando privilegi, corruzione e sprechi e perché in ogni italiano si ravvivi la consapevolezza della propria responsabilità.
La nostra Europa ha bisogno del Natale di Gesù per ricuperare i valori che hanno ispirato i fondatori dell’Europa unita, non solo da un punto di vista economico ma anche valoriale, senza chiusure nazionalistiche o imperialistiche, favorendo la pace tra la Russia e l’Ucraina.
Il mondo intero ha bisogno del Figlio di Dio diventato uomo per superare il divario sempre più grande tra i paesi ricchi e quelli poveri, per affrontare il fenomeno dell’Esodo degli immigrati con il coinvolgimento di tutte le nazioni, con il sostegno ai paesi di provenienza e con regolamenti rigorosi di accoglienza, per risolvere il fenomeno del terrorismo islamico, non solo con interventi di sicurezza, ma soprattutto con l’impegno a sostenere i fratelli islamici autentici isolando le forme estremiste e per impegnarci nella Custodia della natura con l’Ecologia integrale.
Buon Natale e felice Anno alle amiche e agli amici di un’età sorprendente, camminando insieme nell’Amore, con affetto immenso
don Franco Cecchin