Dopo il secondo turno delle elezioni amministrative, il “lombardoveneto” pare essersi trasformato in una sorta di ridotta del centrosinistra in un’Italia che vira sempre più a destra: Pd e alleati (pochi) vincono in terra padana.
Scherzi a parte, l’esito dei ballottaggi delle elezioni comunali non lascia spazio a dubbi riguardo la capacità del centrodestra di interpretare le esigenze più profonde di un elettorato che fatica ad andare alle urne e, se lo fa, pare premiare le posizioni più moderate e ispirate a un senso comune che, talvolta, il centrosinistra e il PD non paiono in grado di interpretare.
Le tradizionali roccaforti della sinistra cadono una dopo l’altra (questa volta è toccato a Toscana e Marche) e le battaglie identitarie cavalcate dalla segretaria PD Schlein non paiono in grado di allargare il perimetro elettorale del partito. Pare proprio questo il tema: è in grado il centrosinistra di parlare a una porzione di elettorato sufficiente per proporsi come guida a livello locale e nazionale?
I risultati delle ultime elezioni, da un anno a questa parte, sembrano dire il contrario, con il paradosso di proporre la destra di Giorgia Meloni (perché di destra si tratta) come area politica in grado di rappresentare le esigenze di una buona parte di elettorato che potremmo definire come moderato. Un’espressione che non necessariamente fa rima con conservatore, ma certamente qualifica coloro che non amano massimalismi pseudorivoluzionari e preferiscono cambiamenti graduali e pragmatici.
Il PD nei suoi poco più che dieci anni di storia è sempre riuscito a parlare anche a questi elettori, senza perder di vista la necessità di avere visioni ampie e di promuovere cambiamenti che vanno accompagnati e non solo annunciati o gridati. Mi pare che sia proprio questo quello che hanno saputo fare i candidati vincenti nel “lombardoveneto”: poche promesse di cambiamenti radicali e tanta voglia di ascoltare le persone e dare risposte ai loro problemi quotidiani. E’ uno stile che il PD deve recuperare, per non limitarsi a essere presente nelle piazze, ma lontano dai luoghi di vita dei cittadini e dalle loro esigenze.
Fabio Pizzul