Celebriamo con convinzione il 25 aprile. Festa di libertà e di partecipazione.
Il rischio più grande rimane l’indifferenza. La parola che campeggia, per scelta della senatrice a vita Liliana Segre, all’ingresso del Memoriale della Shoà, presso il binario 21 della Stazione Centrale di Milano, dovrebbe risuonare con forza proprio in questi giorni di guerra e di vigilia del 25 aprile.
L’indifferenza può nascere dalla paura, ma è anche il frutto della disinformazione e dell’individualismo, ovvero della convinzione che facendosi gli affari propri si campi cent’anni. Salvo accorgersi, poi, che la propria vita finisce nelle mani di qualcun altro che proprio sull’indifferenza, più o meno colpevole, ha fondato il suo potere assoluto e quindi slegato da qualsiasi contrappeso o limite.
L’indifferenza rischia di essere anche il prodotto di una malintesa concezione di libertà: se questa diventa la voglia di farsi gli affari propri, senza che nessuno possa mettere in discussione la nostra volontà di potenza individuale, il rischio è che si piombi nell’oscurità di individui che non riconoscono che se stessi e sono privi di qualsiasi legame con gli altri e, in definitiva, con una realtà abitabile perché abitata con altri.
Contro l’indifferenza hanno lottato più di 75 anni fa coloro che decisero di non rimanere inerti di fronte alla violenza nichilista di regimi autoritari che avevano il nome di nazismo e fascismo. La loro lotta partigiana non fu lotta individuale, ma condivisa e seppe passare oltre le differenze in nome della necessità di conquistare il bene supremo della libertà. Non mancarono incomprensioni, conflitti, anche violenze gratuite, ma prevalse la consapevolezza che da soli si sarebbe ineluttabilmente caduti nel disumano annientamento delle differenze della follia nazista e fascista.
Ecco perché è importante celebrare, ogni 25 aprile, la festa della liberazione: una festa che deve unire e far sì che si alzi forte la voce della libertà come partecipazione e condivisione, contro ogni indifferenza.
E il pensiero, oggi, non può che andare agli ucraini e alla loro lotta per la libertà.
Una festa importante, che non basta celebrare individualmente.
Dobbiamo celebrarla assieme perché solo assieme potremo custodire e difendere la nostra libertà.
