Continuiamo il nostro ricordo del cardinal Martini a 10 anni dalla sua morte proponendo un intervento di Marco Garzonio sul blog di Radio Popolare “L’Ambrosiano” (https://www.radiopopolare.it/author/m-garzonio/), curato settimanalmente dallo stesso Garzonio, che ringraziamo per averci concesso di pubblicare il suo testo. Marco Garzonio ha seguito il cardinal Martini come giornalista del Corriere della Sera e ha pubblicato diversi libri sulla sua figura, a partire da “Il Profeta. Vita di Carlo Maria Martini” , Mondadori.
Parto da un ricordo personale: conta eticamente per me, aiuta a capire perché far memoria di Martini. Pochi giorni prima che lasciasse Milano gli portai fresco di stampa Il Cardinale (Mondadori): i 22 anni di vita di lui, della Chiesa, della città e dei riflessi su Italia e Europa. Sapeva che ci stavo lavorando ma avevamo fatto un patto: non gli avrei mostrato nulla prima; mi assumevo io la responsabilità di ciò che scrivevo. Sfogliò il libro con la cura del cattedratico (Martini è rimasto professore) davanti a una tesi di dottorato. Con mosse rapide andò a indici (analitico e nomi), pagine evidenziate da titoli, rimandi. Commenti? La mobilità dei muscoli facciali e cenni del capo (col non verbale diceva più che in parole). Mi chiese cosa m’aspettassi dal libro. «Che sia apprezzato, abbia successo», mi uscì. Risposta: «Sì, ma di queste cose non si parlerà prima di 10 anni almeno». Fui sorpreso; neanche tanto. Era Martini: nelle relazioni d’una timidezza proporzionale a vicinanza e profondità; un passo avanti a tutti nella visione laica degli eventi convinto che Dio ha creato l’uomo non una volta per tutte: l’ha lasciato libero d’esser sempre co-creatore o rifiutarlo; lo studioso di Critica testuale che gode della scoperta d’un antico manoscritto che illumina un passo incerto ma sa che il prossimo reperto farà cambiare idea e la ricerca crescerà. Con me quel giorno era stato ottimista. I capisaldi dell’episcopato (coscienza individuale; vangelo delle Beatitudini; cristiani minoranza: piccolo gregge, seme, lievito; rispetto per la dignità della vita: caso Welby; politica come servizio; Chiesa senza burocrazie e carrierismi; ecumenismo; Europa delle persone, non dei mercati) han subìto una progressiva eclissi. A 10 anni dalla morte molti lo celebrano, altri lo contestano ancora. Perché? A chi gli fece gli auguri per gli 80 anni disse: «Imparate a pensare, a inquietarvi»; non esortò a devozioni. Martini ha messo un tarlo nell’intimo di chi crede e di altri: essere inquieti, non rifugiarsi nel s’è sempre fatto così, a me che me ne viene, ci penserà un altro. I tarli non si vedono ma sfarinano ingombranti strutture. Quando esse crollano liberano spazi: il sole risorge. Là dov’è Martini se la gode sornione.
Marco Garzonio